domenica 17 aprile 2016

Gli Archi nella musica da film

 



Nella storia della musica diversi sono stati i compositori che hanno scritto musica da film per archi; fra questi si sono distinti ad esempio Barber, Morricone, Rota, Williams, Zimmer, Barry, Schostakovic, Webber e Bacalov, solo per citare i più noti. Molti poi nella storia del cinema sono stati i registi che hanno scelto di adattare o far comporre la musica in base alle loro particolari esigenze filmiche.
A proposito di musica da film, un concerto che ha scelto di dedicare l’intera serata a ciò è quello proposto e organizzato dall’Orchestra Florulli, diretta da Lidio Florulli, con la partecipazione solistica della cantante Federica Foresta.
L’evento che avrà luogo Domenica 17 aprile (ore 18) presso il Teatro Lelio di Palermo, presenterà pezzi noti e di grande suggestione, in cui l’ascoltatore potrà “rivivere” parte delle sequenze filmiche.



Il primo brano sarà un Adagio di Samuel Barber, scritto per la memoria dei suoi zii morti ad Auschwitz (per il quale ha vinto il premio Pulitzer), un brano di cui il regista Oliver Stone ne farà la colonna sonora del film Platoon. A seguire sarà eseguito il celebre brano di J. Williams, Schindler’s list, che tutti conoscono per l’omonimo film; si passerà poi alla composizione di Hans Zimmer, Now we are free, presente nel film Il Gladiatore. Altro brano suggestivo sarà quello di J. Barry (La mia Africa) che riporta immediatamente alle immagini dell’omonimo film. Sarà suonato anche il celebre brano di Louis Bacalov (Il Postino), cui seguiranno il Valzer del commiato (tratto dal film Il Gattopardo), Speak softly love, tratto dal film Il Padrino e il brano di Schostakovic (Eyes wide shut) da molti associato alle immagini del film di Kubrick.
Infine tra gli autori proposti da Florulli, all’appello della musica da film non poteva di certo mancare un omaggio a Ennio Morricone, recentemente premio Oscar per la colonna sonora del film The Hateful Eight di Tarantino. Al Maestro saranno dedicati brani come: Gabriel’s theme, Canone inverso, Deborah’s theme, Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, C’era una volta in America, C’era una volta il West.
La serata come lo stesso Florulli ci tiene a precisare, avrà l’intento e l’obiettivo di rendere omaggio non solo ai musicisti, ma a tutto un mondo di costumi, immagini e atmosfere che le loro musiche evocano, poiché le note, nonostante riescano ad acquisire una loro indipendenza, rimangono sempre intimamente legate alle scene che accompagnano.
 In altri termini la musica da film interpretata dai musicisti servirà a raccontare l’invisibile e a guidare lo spettatore nel mondo della cinematografia e dei fotogrammi più noti della storia del cinema. Si tratterà dunque di sonorità che andranno al di là del dicibile.




                                                                                                               Lavinia Alberti

                                                                                     


                                                                                                                                                                                      

sabato 16 aprile 2016

La dodicesima notte





Il penultimo appuntamento della Stagione teatrale del Teatro Biondo di Palermo (Sala Grande), vede in scena uno spettacolo classico: si tratta della commedia di Shakespeare La Dodicesima notte, la cui regia è stata curata da Carlo Cecchi, presente in scena nel ruolo di Malvoglio.

E’ una commedia corale, nello stile tipicamente shakespeariano, dai modelli plautini, fondata sugli equivoci e sugli scambi di identità e di genere.

La storia è ambientata in Illiria, luogo in cui il Duca e la Contessa (due esemplari di nevrosi narcisistica) sono legati a qualcuno: il primo alla Contessa che non ne vuole sapere di lui; la seconda invece al fratello morto al quale vuole restare fedele per sette anni. Come in quasi tutte le storie shakespeariane, anche in questa gioca un ruolo fondamentale il destino; quest’ultimo infatti provocherà un naufragio dal quale prenderà avvio la trama.

Una delle principali figure femminili (Viola), sperduta in Illiria dopo aver scampato il peggio, non si perderà tuttavia d’animo e deciderà di travestirsi da ragazzo per entrare a servizio del Duca. Quest’ultimo, preso il paggio-ragazza in simpatia, lo farà diventare suo messaggero d’amore con la Contessa. Per ironia della sorte però la nobildonna si innamorerà del paggio, coinvolgendo ancora una volta lo spettatore nell’eterno e seducente gioco del travestimento. A fianco di questa storia, c’è poi un plot comico parallelo che rende la commedia ancora più intrigante; anche qui come nella prima storia l’amore regna sovrano.



Il testo del drammaturgo seicentesco è stato qui esaltato dalla traduzione della poetessa Patrizia Cavalli e soprattutto dalle inconfondibili musiche di Nicola Piovani, ironiche e beffarde durante e dopo le scene. Un’opera dunque il cui il valore aggiunto è rappresentato dalla musica dal vivo (“cibo dell’amore”) e dalla scenografia in continuo dinamismo (resa con pedane in movimento).
Una regia senz’altro originale, se non altro per il ruolo assegnato alla musica in scena, capace di suggerire delle letture interpretative e lasciare interpretare allo spettatore il risvolto dei fatti. Eccellenti inoltre i costumi di Nanà Cecchi, attraverso i quali il regista-attore Carlo Cecchi (Malvoglio) ha saputo orchestrare un grande gioco attoriale, straordinario. Cecchi proprio per la sua interpretazione può essere senza alcun dubbio definito come il più moderno tra i grandi registi-interpreti del teatro italiano.

                                                                                                                                       Lavinia Alberti

giovedì 14 aprile 2016

Melodyterranean: viaggio tra Classica Contemporanea, Elettronica e Jazz







Il nome evoca già melodie trascinanti, le cui sonorità portano lontano, facendo viaggiare la mente in ricordi ancestrali. Si tratta di suoni che rievocano la calda atmosfera del Mediterraneo. I colori di una terra, la Sicilia, in cui gli opposti si fondono creando un equilibrio perfetto.
 Melodyterranean, questo il nome del nuovo progetto musicale del vibrafonista siciliano Giuseppe Mazzamuto, che è più di un’esecuzione musicale. E’ un viaggio esperienziale in cui attraverso vibrazioni ci si ritrova trasportati in un luogo senza tempo ma dalla forte impronta Classica Contemporanea, Elettronica e Jazz. Il musicista palermitano, dopo aver studiato presso il Consevatorio “V. Bellini” di Palermo e conseguito il diploma in strumenti a percussione, vincendo agli esordi della sua brillante carriera l’audizione pubblica come timpanista e percussionista presso l’Orchestra Giovanile Italiana, ha avuto l’occasione di lavorare con direttori e musicisti di livello internazionale; si tratta di maestri del calibro di R. Muti, C.M. Giuliani, G. Sinopoli, con i quali si è esibito nei principali teatri d’Italia, come il teatro Reggio di Torino, La Fenice di Venezia, il Comunale di Bologna, Il Maggio Musicale Fiorentino.
Ha inoltre lavorato per la Fondazione Teatro Massimo, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, la Fondazione Orchestra Regionale Toscana e altre Fondazioni di rilevanza nazionale e internazionale. In passato è stato anche docente dal 2010 al 2015 di Batteria e Percussione Jazz presso il Conservatorio di Stato V. Bellini di Palermo. Come si può ben cogliere dalle sue composizioni, nella sua formazione, oltre all’evidente influenza jazzistica, c’è anche quella classica.


Nel progetto di Mazzamuto ci sono dunque tutti gli elementi per poter dire che si tratta di un lavoro molto originale, perché tende a fondere tante realtà e tante culture, ma al cui centro vi è la Sicilia come punto focale. Egli stesso infatti sottolinea che:
“In Melodyterranean dominano la melodia e il mediterraneo due degli aspetti più rappresentativi che ritraggono l’Italia nel mondo. Da un lato la melodia italiana, che è stata da sempre il vero brand della musica made in Italy, dall’opera di Giacomo Puccini, alla musica napoletana e siciliana di Ernesto de Curtis e Rosa Balistreri. Elemento imprescindibile dell’arte compositiva italiana sia colta che popolare. Dall’altro il mediterraneo da sempre simbolo di migrazione e accoglienza, punto d’incontro di popoli di diversa cultura che si fondono tra loro e trovano nella Sicilia il centro nevralgico.  Quest’isola è porto di partenza e di arrivo e sarà sempre terra di migranti e di immigrati”.

Il quintetto jazz guidato da Giuseppe Mazzamuto (vibrafono, marimba e loop station) percussionista della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, è formato da musicisti pluripremiati in campo nazionale ed internazionale: Giovanni Conte (piano e synth) e Giovanni Villafranca (contrabbasso), Manfredi Caputo (percussioni) e Fabrizio Giambanco (batteria).
Dieci dunque i brani composti dal vibrafonista palermitano, ognuno dei quali fa viaggiare con la mente e con il corpo, le cui combinazioni sonore ben rispecchiano la nostra terra, per secoli dominata da popoli diversi.

                                                                                                                                         Lavinia Alberti

sabato 9 aprile 2016

La lirica di Haydée Dabusti: da Buenos Aires a Palermo




Tra gli spettacoli musicali palermitani da non perdere ce n’è uno che merita senz’altro, ed è quello in cui sarà protagonista la Regina della lirica sudamericana: il soprano italo-argentino Haydée Dabusti.

La star giunta in Italia direttamente dall’Argentina per vari impegni di lavoro, si è esibita nei teatri più importanti del suo territorio tra i quali: a Buenos Aires al Teatro Lola Membrives, al Teatro Avenida, al Teatro Roma, al Teatro Margarita Xirgu, alla Manufactura Papelera, alla Bolsa de Comercio, all’Auditorium di Belgrano e infine al Teatro Coliseo. Ha cantato nei teatri più importanti del Sudamerica, dal Perù alla Colombia passando per il Cile.

Riconosciuta per il suo valore artistico, dalla critica e dal pubblico, Haydée Dabusti continua a collezionare successo dopo successo essendo un soprano lirico spinto di forte spessore. Tra i moltissimi premi ricevuti per ben due volte si è aggiudicata la medaglia d’oro. In passato è stata una grande interprete di molti ruoli tra i quali Norma nell’omonima opera di Bellini, Abigail nel Nabucco di Verdi senza contare il repertorio della musica sacra.
Il soprano Dabusti dopo il trionfo al Teatro Colòn di Buenos Aires dei mesi scorsi con un Don Carlo di Verdi strepitoso, con la scenografia del grande Eugenio Zanetti, nel ruolo della spettacolare Elisabetta de Valois, si esibirà domenica 10 aprile presso la Chiesa di San Domenico di Palermo (ore 19), luogo in cui avrà modo di esprimere tutte le sue doti canore; si andrà infatti dalle arie di Mozart (Ave verum e Lacrimosa) a quelle di Verdi (O Signore dal tetto natìo, La vergine degli angeli, Va pensiero) Bellini (Casta diva) Puccini (Vissi l’arte) fino a quelle di Mascagni (Ave Maria, Inneggiamo al Signor). Infine saranno presenti repertori più contemporanei di inizio e metà ‘900: Sgarlata, Frisina, fino quelli di Visconti (musicista siciliano contemporaneo).

Nei prossimi mesi debutterà inoltre nel ruolo di Suor Angelica, di Puccini, al Teatro Roma di Buenos Aires, la cui interpretazione sarà di certo molto attesa dal popolo argentino, che sa di poter assaporare e godere della splendida voce nonché della sua grande interpretazione canora.

Donna dal forte carattere con encomiabile capacità di ripresa, messa a dura prova dalla vita e dalle vicende familiari, la Dabusti dopo aver interrotto il suo iter nel campo della lirica per 16 anni, lo scorso anno ha festeggiato 16 anni di sfavillante carriera.


Haydée è molto apprezzata anche dal Santo Padre per le doti che la caratterizzano, come donna oltre che come artista: umiltà, modestia, generosità e fede incondizionata. Papa Francesco ha sempre seguito la sua carriera, essendo una conoscenza di vecchia data; la donna veniva infatti invitata spesso a cantare nella Cattedrale di Buenos Aires essendo lui amante della lirica.

Quello del 10 aprile sarà dunque un appuntamento musicale molto intenso in cui si sperimenterà il valore universale del bel canto, della splendida voce del soprano argentino e dei cori riuniti diretti dai maestri Mauro Visconti e Tony Caronna.
Al concerto saranno presenti il sindaco Leoluca Orlando, il consigliere Giulio Cusumano e numerose associazioni del territorio come “Anirbas” che aiuta i senzatetto della città, l’associazione di disabili “Il Tesoro Ritrovato”, il gruppo di protezione civile “Triscele”, “il Parlamento della Legalità”, “Un nuovo Giorno”, il centro ippico terapia “Anire” e “Afap” (Associazione Famiglie Affidatarie Palermo).Sarà un concerto dedicato a tutta la cittadinanza e in particolare ai minori, ai tanti che sbarcano nelle nostre coste, che vengono accolti in comunità – dice il consigliere comunale Giulio Cusumano – e poi fortunatamente da tante famiglie palermitane con grande cuore e spirito di solidarietà.



                                                                                           Lavinia Alberti

mercoledì 6 aprile 2016

Battiato e Alice in tour da Milano a Palermo




La coppia vincente Battiato e Alice, il cui sodalizio musicale cominciò nel lontano 1980, dopo diverse tappe nelle principali città d’Italia, si esibirà il 7 e l’8 (ore 21:30) al Teatro Biondo di Palermo in occasione della rassegna Biondomusicale.
 
I due cantanti saranno accompagnati dall’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Carlo Guaitoli e composta dallo stesso Guaitoli (direzione d’orchestra e pianoforte), Angelo Privitera (tastiere e programmazione), Osvaldo Di Dio e Antonello D’Urso (chitarre), Andrea Torresani (basso) e Giordano Colombo (batteria).
Il concerto, diviso in parti diverse ma comunicanti tra loro, rinnova un’intesa artistica profonda tra due anime affini, celebrando un legame che è rimasto solido anche quando i rispettivi percorsi non si sono incrociati direttamente.
La sintonia tra i due cantanti cominciò come già detto negli anni ’80 con l’album Capo Nord e il singolo Il vento caldo dell’estate, cui hanno fatto seguito altri indimenticabili successi come Per Elisa (vincitrice al Festival di Sanremo nel 1981), Chanson Egocentrique e I treni di Tozeur, con cui si esibiranno all’Eurofestival. Cinque anni dopo, nel 1985, Alice dedicherà al repertorio di Battiato l’intero album Gioielli rubati.


Il legame tra Battiato e Alice è andato
dunque oltre il mero lavoro di produzione e collaborazione: l’artista catanese ha infatti colto e valorizzato, nei primi anni ’80, le corde espressive e compositive della cantautrice di Forlì, che poi ha continuato il proprio percorso artistico raggiungendo sempre nuove tappe musicali.

Alice è reduce dalla pubblicazione di Weekend, il suo ultimo album uscito nel 2014, mentre Battiato ha pubblicato la retrospettiva Le nostre anime, che ripercorre e rilegge, da inediti punti di vista, quarant’anni di carriera non solo musicale: la versione estesa in cofanetto, infatti, affianca alle canzoni i suoi film e la trasmissione televisiva Bitte Keine Reklame.

I due appuntamenti proposti dal Teatro Biondo di Palermo, nell’ambito della rassegna Biondomusicale, costituiscono nell’ambito della musica pop italiana una tappa di grande importanza, proprio per la qualità dei repertori di entrambi gli artisti. Due concerti dunque da non perdere per chi ama il genere pop e soprattutto la grande carica di adrenalina di Battiato.



                                                                                                     Lavinia Alberti