giovedì 1 giugno 2017

Avete una preferenza per la musica classica, pop e hip-hop? Tutta “colpa” del Dna


Secondo delle ricerche sarebbe il codice genetico ad influire sui gusti musicali, poi subentrerebbero l'educazione ricevuta e gli influssi sociali

 



Forse non ci pensiamo mai più di tanto, ma le preferenze musicali dicono molto sulla nostra personalità, forse più di altri tratti psicologici (come il modo di scrivere, di parlare o di camminare).
In particolare, responsabile di queste predilezioni sarebbe il nostro codice genetico, per una buona percentuale.
Non sono opinioni comuni o chiacchiere da bar, perché a dirlo è il King's College London Department of Twin Research, che sarebbe arrivato a queste conclusioni dopo aver selezionato un campione significativo di 4000 gemelli. In particolare gli studiosi americani (la cui ricerca risale a qualche anno fa) indicano che se ci piace la musica classica, pop e hip-hop la genetica sarebbe responsabile per il 53%; se invece preferiamo il genere blues e jazz questo sarebbe responsabile per il 46%; infine nel caso del rock, indie e heavy metal i geni inciderebbero per il 40%, cui seguirebbero l’educazione ricevuta e il proprio vissuto personale.
Sembra dunque che i nostri gusti musicali siano per buona parte già scritti; questo è quanto ha spiegato qualche tempo fa Adrian North, professore di psicologia alla Heriot Watt University della Scozia. Lo stesso sostiene che una preferenza musicale sia legata a un determinato carattere, tale per cui gli amanti della musica classica e del jazz sarebbero creativi, quelli del pop dei gran lavoratori e i “metallari” dei gran fantasiosi e in armonia con se stessi.
La musica che ascoltiamo abitualmente sarebbe insomma come le nostre impronte digitali: un segno indelebile che svela chi siamo.
Secondo uno studio avviato dall’università del Texas invece, gli amanti del genere pop sarebbero delle persone romantiche e in cerca di relax; quelli del rock, della musica country e leggera, sarebbero invece delle persone affidabili, loquaci ed estroverse, ma con una tendenza alla convenzionalità. I più sofisticati e ricercati stando ai dati, sarebbero infine gli amanti della musica sinfonica e classica, le cui personalità sarebbero invece creative, spirituali e al contempo timide e introverse. Sul fronte opposto le persone più estroverse ed impulsive, amanti dei ritmi dinamici, avrebbero una propensione per la musica contemporanea, elettronica, rap e latinoamericana.
Altra tesi ormai consolidata sarebbe quella di Irma Järvelä, del Dipartimento di genetica e biologia molecolare dell’Università di Helsinki.
Nel caso specifico, la ricercatrice per capire quanto effettivamente incida il codice genetico sulle preferenze musicali e sulla propensione all’ascolto in generale, avrebbe preso un campione eterogeneo di 437 individui dagli 8 ai 93 anni; dall’analisi del DNA sarebbe emerso un forte legame tra il recettore del vasopressore arginina (legato alle funzioni dell’organismo) e la propensione individuale all’ascolto della musica.
In attesa di qualche scoperta più recente, di certo  possiamo dire che c'è ancora tanta strada e tanta ricerca da fare in questo campo, perché del funzionamento della mente umana (in relazione alle percezioni sonore) sappiamo ancora davvero poco, rispetto al suo enorme potenziale.

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