giovedì 12 maggio 2016

Peccato d’orgoglio e damnatio memoriae. Le compositrici ritrovate.




Un pregiudizio storicamente radicato ha fatto sì che l’essere donna costituisse un limite per la creatività femminile, negando la presenza di numerosissime compositrici per un tempo troppo lungo e a noi drammaticamente vicino. L’amore per la musica ha accompagnato l’esistenza di molte donne, ma moltissime hanno dovuto in passato lottare con fatica per affermare i loro diritti.
Così ancora oggi ci chiediamo perché le musiciste, e soprattutto le compositrici, siano così rare nella storia della musica. Si calcola che siano oltre 600 le donne italiane che si sono dedicate alla musica. Donne condannate a restare nascoste nella clausura dei monasteri e delle corti, costrette all’ombra e al silenzio dai padri, dai mariti e dai fratelli. Molte di esse (distinguendosi spesso e volentieri nel canto lirico) si esibivano nei salotti di corte e per una ristretta cerchia. Tra le più note possiamo citare Fanny Bartholdy (1805-47) che compì gli stessi studi del fratello Felix, e Clara Wieck Schumann (1819-96).
La prima molto ostacolata dalla famiglia e dal contesto sociale, in quanto donna dedita alla musica, riuscì a superare diversi ostacoli, grazie anche all’esempio della contemporanea Clara. La seconda occupò un posto altrettanto importante nella storia della musica al femminile. Compositrice, pianista e insegnante, nonostante i suoi problemi di salute (soffriva infatti di sindrome maniacale depressiva) riuscì come nel caso di Fanny ad “superare” in parte i pregiudizi classisti e a sostenere economicamente e moralmente la sua numerosa famiglia.
Molte altre storie di donne non tanto diverse da quelle appena citate si intrecciarono nei decenni a seguire. Notevoli esempi furono infatti quelli di Teresa Carreno, Corinne Letteur, Marie de Grandevalle, Augusta Holmès, Cecile Chaminade, Maria Giacchino Cusenza, i cui nomi resteranno indissolubilmente legati a una nobile lotta per la propria autoaffermazione.
E’ proprio a partire da questo connubio donne-musica che prenderà le mosse il reading-concerto Peccato d’orgoglio, che si svolgerà il 13 maggio a Palermo (Archivio storico di via Maqueda, ore 16:30). Attraverso una miscela di letture, musiche e voci recitanti, l’evento si propone di far rivivere quelle atmosfere e quelle emozioni di un tempo passato; lo spettatore potrà infatti alla luce dei temi esposti riflettere su cosa significava un tempo l’essere donna e cosa invece è oggi.

                                                            

Oggetto della serata saranno le partiture di Fanny Mendelsshon, Clara Schumann, Nannerl Mozart, Francesca Caccini, Teresa Carreno, Germaine Tailleferre, Cecile Chaminade, Maria Giacchino Cusenza.
Gli interpreti saranno Antonello Manco, Virginia Manco, Salvo Scinaldi, Micol Caronna, Rita Capodicasa, Claudia Raccuglia ed Emanuela Mousse (al pianoforte); Emmanuel Caronna e Gioel Caronna (al violino); Federica Faldetta e Marta Favarò (soprani). Alla musica si alternerà la voce recitante di Donatella Cerlito, che leggerà dei brani tratti da Peccati d’orgoglio di Enza Maria D'Angelo, sulle note dell'autrice stessa al pianoforte.
Oggi, a distanza di secoli da quelle discriminazioni, si vuole ancora ricordare che il talento musicale non è questione di genere, ma di ardore e di animosità. 





                                                                                                            Lavinia Alberti

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