lunedì 31 luglio 2017

Mattaliano e il Mediterranean soloist clarinets chiudono il Clarinet Sicily Festival


Grande successo per il Clarinet Sicily Festival, appena conclusosi, che si è tenuto nella giornata di ieri, domenica 30 luglio, presso il suggestivo Atrio Vescovile di Cefalù, di cui il protagonista è stato il Mediterranean soloist clarinets, ensemble creativo, originale nel suo genere.
Merito di questo importante traguardo va all’impeccabile regia scenica interamente curata dal Maestro Giovanni Mattaliano e ai talentuosi musicisti, che non si sono limitati alla mera esecuzione dei repertori clarinettistici, andando oltre; questi ultimi hanno infatti messo in piedi un vero e proprio show itinerante, in cui ognuno ha “messo in gioco” il proprio modo di essere e il proprio estro artistico, in primis il Maestro Mattaliano, il quale con una certa dose di ironia – cercando la complicità dei presenti - ha abilmente gestito l’evento, creando una cornice dal sapore e dai suoni tipicamente mediterranei.
Un inizio decisamente insolito per un concerto di clarinetti: tutti i musicisti si sono infatti riuniti intorno a un tavolo, bevendo del vino, dando così al pubblico (e chissà anche a qualche turista) l’idea di una Sicilia che non rinuncia mai a creare un clima di convivialità, tra frasi in dialetto e suoni accattivanti, anche in contesti come questi.
Dopo questa breve introduzione all’insegna del bere e del suonare - in un contesto che per certi aspetti sembrava quasi quello di una scena di un simposio, o comunque di un atto teatrale - i clarinettisti hanno poi eseguito diversi repertori, uno più suggestivo dell’altro, spaziando da quelli della tradizione popolare e bandistica a quelli jazz, fino ad arrivare a quelli contemporanei.
Il concerto si è aperto con la "Rhapsody In Blue" suonata all'unisono. Nel corso della serata è stata eseguita poi la composizione Luglio ‘92 del contrabbassista Massimo Patti, composta in memoria del giudice Paolo Borsellino, un brano dalle tonalità drammatiche, che è riuscito in pieno ad assolvere alla sua funzione: trasmettere – nel mese delle stragi di mafia - quel senso di drammaticità, riportando il pubblico nel lontano luglio ‘92. Un omaggio che ha fortemente emozionato i presenti. Dei brani in programma, sei sono stati composti dal Maestro Mattaliano e due dal Maestro Giuseppe Testa.
Altro aspetto particolare della serata, elemento fortemente teatralizzante, è stato il fatto che si è scelto di porre sul palco un bambino per impersonare Gimmy Giuffré (quest’ultimo compositore e clarinettista italo - americano degli anni ‘50, a cui il Festival è stato dedicato); una scelta registica che il pubblico ha molto gradito.
Uno spettacolo dunque sui generis, che ha saputo calibrare in giusta dose i toni ironici e apparentemente disimpegnati, e quelli più meditativi. Nel corso della serata i musicisti hanno infatti alternato parti musicate a parti “recitate”. Queste ultime sono state fondamentali per dare un tocco di vivacità all’evento, e per far divertire il pubblico.
Per finire in bellezza, si è poi passati al repertorio della tradizione partenopea: la tarantella del girotondo dal titolo Tarantamed”, composta dal Maestro Mattaliano e inserita attraverso un parallelismo con lo swing del brano precedente: "A night in Tunisia" di Gillespie, che annunciava la nascita del jazz per mano dei siciliani portatori in America di tradizioni popolari e di festosità.
Non ci resta che attendere la prossima edizione del Clarinet Sicily Festival, per rivivere le stesse magiche atmosfere che questo evento ha saputo donare.
Lavinia Alberti

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