Un progetto audace e ambizioso
quello che vedrà protagonista Carmelo Russotto, classe 1995, che il 27 e 28
dicembre presenterà a Cammarata, un paesino dell’entroterra siciliano (Italia)
e precisamente sul monte Cammarata, il suo primo audio-video sulle sonorità
bachiane.
“La
scelta del luogo è stata più che altro una scelta simbolica – spiega
il musicista – ho voluto lanciare infatti
un messaggio alla mia terra; metaforicamente infatti è come se questo
monte facesse da cassa armonica, da amplificatore del mio strumento (la
marimba), e quindi del mio messaggio sulla dicotomia vita/morte.
“Si
tratta di un progetto che nasce un paio di anni fa –
prosegue Russotto – quando ho voluto fare
una sfida con me stesso, sia dal punto di vista della difficoltà tecnica sia
dal punto di vista dell’interpretazione. Ho sentito la necessità di mettermi in
gioco, e ho pensato che un autore come Bach potesse darmi questa opportunità di
crescita, essendo un autore molto difficile da interpretare. Ho scelto appositamente
questa Fuga in Sol minore della prima Sonata per violino, innanzitutto perché è
una delle fughe più difficili scritte da questo compositore (motivo per cui in
rete ci sono pochissime interpretazioni) poi perché sin dall’inizio mi
entusiasmava il fatto di suonare una Fuga originariamente scritta per violino
solo con la marimbra, strumento a percussione di origine africana; tutto questo
ha reso la sua interpretazione più complicata, ma adesso posso dire – grazie a
questa sfida – di aver vinto con me stesso, e ne sono molto felice”.
Un sogno nel cassetto che prende
finalmente forma, quello di Russotto; già due anni fa infatti si era cimentato
nell’interpretazione dello stesso brano, ma con grande difficoltà. Oggi invece,
grazie alla sua determinazione, allo studio costante e soprattutto al sostegno
dei suoi docenti, è riuscito in questa grande impresa. Merito di tale crescita esecutiva
e personale del giovane musicista va certamente ai suoi docenti del passato e a
quelli che quest’anno lo hanno seguito nel suo percorso di formazione in
Slovenja; si tratta di due Maestri di rilievo internazionale: Simon Klavzar e
Petra Vidmar, docenti del master all’interno dell’Akademjia Za Glasbo di Ljubljana (Slovenja) (di cui
Russotto è attualmente allievo).
“Suonando
questa Fuga, nei cui temi si ritrova un continuo inseguirsi e intrecciarsi di
motivi in forma variata (in Re all’inizio e in Sol dopo) – prosegue
Russotto – mi sono immaginato questi due
temi come due elementi antitetici tra loro: la vita e la morte, che si
rincorrono e si mescolano in base alle dure prove che la nostra esistenza ci
mette di fronte”.
Nel finale dell’audio-video (la cui
durata è di circa 14 minuti, e la cui realizzazione è stata curata dal
fotografo e video maker Gianpiero La Palerma) Russotto sceglie (un po’ come
nell’originale Fuga bachiana per violino solo) volutamente un’interpretazione
libera: vuole infatti che sia lo spettatore a interpretare quali temi della
Fuga prevalgono, se quelli della “vita” o della “morte”, che ognuno, in base al
proprio sentire, all’andamento della propria esistenza, percepisca maggiormente
un tema (principale) o un altro (secondario).
Il genere della Fuga sembra
insomma essere un po’ la metafora della nostra vita: un continuo susseguirsi di
alti e bassi, un rincorrersi e intrecciarsi di temi e stati d’animo, ma anche
un amalgama di bellezze e suggestioni che nascono proprio da questo “caos”
melodico. Sta a noi dare la giusta interpretazione…trovare in questo
intrecciarsi caotico, in questo trambusto, il tema che dia armonia alla nostra
esistenza.
Chissà se sulla scia di queste
considerazioni potrà nascere una nuova lettura musicale bachiana firmata
Russotto. Il suo sogno è infatti (delle 6 Sonate e 6 Partite scritte
dall’autore settecentesco) quello di suonare e registrare almeno un movimento
lento o veloce di ogni Sonata e Partita di Bach per violino solo. Nel frattempo ci accontentiamo di
ascoltare le sue interpretazioni sulle sue pagine e canali social.
Lavinia Alberti