mercoledì 11 gennaio 2017

L’ "Agni Parthene" di Francesco Lipari



L’anno è da poco cominciato e si prefigura già ricco di interessanti progetti musicali. A questi ultimi è legato il nome di Francesco Lipari. Classe 1982 Lipari è un compositore e percussionista siciliano diplomatosi in Strumenti a Percussioni al Conservatorio di Messina nel 2005. Studia composizione con Alessandro Solbiati (dal 2009 al 2015), al quale riconosce un grande merito; è lui infatti ad aprire un mondo nuovo al compositore, una nuova stagione compositiva per sua musica. Poco dopo studia anche armonia e contrappunto con Dario Pino, avvicinandosi in seguito alla musica elettronica, prima da autodidatta poi sotto la guida di Javier Torres Maldonado. Fine moduloCon il duo Daphne (Flauto e percussioni) ha dato inoltre vita ad un variegato repertorio, spaziando così dal recupero di tesori musicali della tradizione antica fino alla musica elettronica.

Artista versatile e poliedrico, egli spazia dunque dai linguaggi della nuova musica contemporanea alle contaminazioni stilistiche, con particolare attenzione al jazz, all’improvvisazione non idiomatica, alla musica d’ambiente. Si tratta di un linguaggio che non può fare a meno di contrapporre gesti a tinte forti, che non rinuncia però mai alla dimensione melodica. Il percussionista siciliano, soprattutto nell’ultimo periodo della sua produzione ha trovato nella tradizione musicale della sua terra una vera e propria miniera di materiali da cui attingere per le sue produzioni, esplorando anche il contesto colto. E’ proprio nel suo ultimo lavoro intitolato Agni Parthene (Edizioni Musicali Diaphonia) che si esplica tutto ciò.                    
L’album contenente due tracce (Agni Parthene e Sognando Agni Parthene) è realizzato con l’ensemble Fracargio, di cui il percussionista è uno dei fondatori. Peculiarità dei due brani in questione, di cui il secondo è quello più sperimentale, è un sapiente incontro tra l'elettronica di ricerca e la musica popolare, che dà vita a un sublime canto ortodosso, sin dall’inizio molto evocativo e suggestivo.  Agni Parthene, in uscita il 15 gennaio, inizia da un tema a partire dal quale si esplicano poi una serie di variazioni; queste ultime conducono poi a sviluppi differenti tra loro attraverso il contrabbasso di Giovanni Arena, l’elettronica di Dario Pino e il flauto basso di Francesco Lipari.
Degno di menzione è anche il secondo singolo del disco: Sognando Agni Parthene, un brano sperimentale in cui è riscontrabile, anche se per altri aspetti, la stessa dose di evocatività. Sono dunque due tracce che hanno origine dallo stesso materiale, ma con sviluppi completamente differenti. Il canto viene frammentato, eclissato, si dirama per poi polverizzarsi nuovamente.
Con questo album siamo di fronte a un lavoro davvero sui generis, in cui l'ascoltatore viene condotto per quasi mezz'ora in una dimensione contemplativa, quasi onirica, tratto quest’ultimo che meglio identifica il percussionista. Si tratta di un genere che non si trova comunemente nella produzione discografica contemporanea, non facilmente collocabile, e che per questo vale la pena di ascoltare.

E’ proprio l’apparire e lo scomparire dei suoni e il loro dileguarsi a rendere così suggestivo e magico questo album. E’ un sound che nel complesso è in grado di aprire illimitati immaginari all’ascoltatore.










Lavinia Alberti