<Un lavoro eterogeneo, di grande coinvolgimento ritmico, che va dalle contaminazioni pop a quelle latin>
Un titolo estremamente suggestivo
quello che ha scelto di dare Luca di Martino al suo primo album come solista: Di istinti e di istanti; si tratta di un
disco d'autore interamente dedicato ai repertori per chitarra classica. Dieci
brani originali composti ed eseguiti dal chitarrista, registrati e mixati presso
l’Own Studio Rec di Isnello (paese siciliano situato nel territorio delle
Madonie).
Ascoltando questi brani – frutto
di una profonda maturità artistica - si entra in un universo sonoro assai
variegato, che ben rispecchia la personalità e lo stile delle precedenti
composizioni del chitarrista. Peculiarità di questi repertori, consiste nel
fatto che essi presentano una raffinata ricerca ritmica che, brano dopo brano
va diventando sempre più coinvolgente, passando così da uno stile più classico
a uno via via più contemporaneo; sin dai primi brani si colgono infatti
influssi eterogenei e contaminazioni che vanno dal pop al latin.
La maggior parte delle
composizioni dell’album – tutte molto orecchiabili - sono per chitarra sola;
altre si presentano invece più “audaci”, e ritmicamente più dinamiche. Stiamo
parlando de La danza delle idee e di Frammenti (rispettivamente la prima e
l’ultima traccia del disco) nelle quali, alla fascinosa chitarra classica si
uniscono le percussioni di Fabrizio Pezzino, capaci di creare suggestioni sonore
davvero particolari.
Ciò che emerge da queste musiche
è dunque non solo la ricchezza ritmica, ma anche quella dei titoli
scelti per le stesse. In queste ultime ricorrono infatti con costanza alcuni
termini, tutti legati alle dimensioni temporali e spaziali: Frammenti, Sospeso, Nel tempo, Oltre, Orizzonte,
Destinazione hotel; titoli che come tanti tasselli di un puzzle assumono un
significato preciso e sembrano palesare l’intento del chitarrista: trasmettere musicalmente
l’idea del futuro e al contempo del presente…con quell’hic et nunc fatto di piccoli istanti e grandi istinti emotivi.
Un singolo dunque in grado di
regalare forti emozioni e di trasportare il fruitore nei luoghi e negli
immaginari più lontani; luoghi a cui probabilmente l’autore ha pensato e che ha
immaginato componendo questi repertori.
Tanti sono stati i musicisti
contemporanei che hanno elogiato di Martino, e che si sono espressi con
entusiasmo a proposito di questo lavoro, tra questi il chitarrista di fama
mondiale, Francesco Buzzurro, le cui parole sono state queste:
"Il disco di Luca Di Martino si presenta come un lavoro di pregevole
fattura che in linea con le nuove tendenze della chitarra classica rivela una
bella freschezza compositiva dai connotati ambient e new age. Il tratto più
interessante di questo lavoro sta nella ricerca di un linguaggio che da un lato
guarda alla musica contemporanea mentre dall'altro si contamina con il pop
puntando su una ricerca ritmica dal gusto a volte più vicino al latin. [...]
".
Le note del chitarrista siciliano
nascono quindi da una forte esigenza: quella di riempire e concretizzare ogni
istante e di trasformarlo in emozione musicale. E’ lo stesso chitarrista
siciliano infatti ad averlo detto:
“Da quando ho iniziato a suonare la chitarra sono sempre stato attratto
dalla possibilità che avevo fra le mani, l’idea di poter creare, che da anni è
l’impulso che accompagna le mie giornate. Ho deciso di raccogliere le mie idee
in questo lavoro, un percorso personale, dove sicuramente convivono generi che
hanno influenzato la mia crescita musicale. Ho concepito ogni brano come uno
spazio libero, uno spazio diverso, uno spazio suggerito dall’istinto che si
concretizza nell’istante, per poi essere rievocato nel tempo, donandomi un
senso preciso di appartenenza, ed è questa l’idea che mi piacerebbe
trasmettere…quell’istante, bello o brutto che sia, che è diventato musica. E
questa musica non vuole essere altro che il mio omaggio a tutti quelli che mi
hanno aiutato a riempire questi istanti...”
Lavinia Alberti
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