Sin dal lontano passato,
e precisamente dall’antica Grecia, ampie letterature ci hanno documentato sulla
figura delle muse, creature divine e protettrici delle arti. Esse erano una
costante fonte di ispirazione per cantori e poeti, invocate affinché
ispirassero loro nella creazione delle proprie opere.
La stessa ispirazione –
in passato data da figure mitologiche e divine - oggi è rappresentata per molti
musicisti, pittori, registi, da donne in carne ed ossa (amanti, mogli, madri e
figlie).
Tra le muse ispiratrici
dell’antica Grecia un nome che non può di certo essere ignorato è quello di Saffo (640 a.C.-570 a.C.), poetessa
che, secondo la leggenda, morì lanciandosi dal faro di un'isola a causa di un
amore non corrisposto verso il giovane Faone (personaggio mitologico). La
sua immagine ha ispirato pensatori, artisti e compositori di ogni tipo e di
ogni epoca.
Tra questi il bavarese Johann Simon Mayr, che nel 1794 mise in
scena la “Saffo” al Teatro La Fenice
di Venezia, e Giovanni Pacini che nel
1840 rappresentò un’opera omonima al Teatro San Carlo di Napoli.
Nel XIX secolo molti
altri furono gli artisti (musicisti in questo caso) che trassero dalle donne
quell’impetus, (έμπνευση) per le proprie produzioni. Tra questi non si può
fare a meno di citare Giacomo Puccini,
compositore che trasse dalla moglie Elvira Bonturi la sua principale fonte
d’ispirazione, colto da quell’impetus
poc’anzi citato. Nonostante il compositore abbia frequentato nella sua vita di
più donne, fu proprio la moglie la musa ispiratrice di tutta una vita. Benché
non molto acculturata e non amate della musica, e dunque da questo punto di
vista molto distante dal marito, essa fu l’unica donna ad aver instaurato un
saldo legame con Puccini. La musa Elvira
sembra essere insomma nelle opere pucciniane una vera costante.
Nel panorama ottocentesco
altra figura che si ispirò a una donna per le proprie opere fu il compositore e
direttore d’orchestra Gustav Mahler,
che fece della moglie Alma Maria Schindler,
pittrice e compositrice austriaca, un vero e proprio culto, indispensabile per
la creazione delle proprie musiche.
All’elenco dei musicisti
colti dall’ispirazione grazie a una donna, si può aggiungere anche Claude Debussy, il cui legame con Camille Claudel (affascinante
scultrice, sorella maggiore del poeta Paul Claudel, musa, modella e amante di
Auguste Rodin) influenzò non poco le proprie composizioni.
Di musicisti ispiratisi alle
donne (così come di registi, pittori, scultori, letterati) è costellata la storia,
e ciò a dispetto dell’ombra che ha sempre avvolto le loro esistenze.
Lavinia Alberti
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