5 tracce all’interno del nuovo singolo del cantautore catanese. Tanti i riferimenti letterari.
“Bianco Cistite”.
Questo il titolo del nuovo singolo del
cantautore catanese Giovanni Ruggieri, contenente cinque tracce (Bianco Cistite, Andalusia, Porpora, Lacrime
Elettriche, Irraccontabile) di recentissima uscita (9 marzo).
Si
tratta di un artista a tutto tondo. Dopo lo studio del pianoforte in tenera età,
negli anni a seguire, durante gli studi classici, comincia ad avvicinarsi al
mondo poetico-letterario e musicale, passando da Baudelaire fino ad arrivare ai
Doors, mostrando così il suo carattere estremamente eclettico; in età
adolescenziale si dedica poi anche alla scrittura di poesie che diverranno
funzionali alla stesura di nuove canzoni. Nel giro di pochi anni forma poi la
sua prima band dalla quale inizierà il suo effettivo percorso di cantautore. Una
volta scioltasi poi, comincia a comporre musica da solista, privilegiando l’utilizzo
di chitarre, bassi, versi e parti vocali. Negli anni a seguire si avvicina poi anche
al mondo teatrale, iscrivendosi all’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico)
studiando recitazione, canto e dizione.
Costanti
modelli di riferimento per i suoi testi sono autori come Baudelaire,
Shakespeare, Pirandello, Leopardi, in grado di suggerire al musicista le
atmosfere ed i temi giusti per le sue melodie.
Ciò
che emerge dall’ascolto delle sue canzoni (e in particolare in questo brano,
che dà il titolo all’album) sono una serie di elementi: eccesso, coraggio, paura, ironia, divertimento, amore, creatività,
notte, luci: concetti antitetici tra loro, tutti essenza del suo animo,
della sua creatività d’artista.
In
questo brano - il primo che Ruggieri compone da solista - confluiscono tutte
queste componenti, per questo si tratta di un’opera
estremamente poliedrica, sia dal punto di vista testuale, sia da quello
musicale, le cui sonorità sono a tratti rock a tratti pop (con influssi sperimentali,
quasi battiatiani).
Si tratta di un brano nato dalla visione di una
scena reale: “una sera – racconta
Ruggieri – mentre ero insieme ad alcuni
amici osservavo un tipo provarci invano con una ragazza, ho domandato: mi
passereste quella bottiglia di vino bianco... Bianco... Bianco Cistite! I
ragazzi scoppiarono a ridere e, in quel momento, provai a intonare quello che
sarebbe stato proprio il primo verso: sembrò subito piacere moltissimo”.
In “Bianco
Cistite” l’artista utilizza il vino come
un simbolo, un espediente portatore di tantissimi significati celati; esso
incarna infatti la sete di conoscenza,
quella conoscenza capace di elevarci al di là delle piccole cose della vita, di
cambiare le circostanze e quindi anche noi stessi. Per il musicista “essere disposti a berlo significa volere
essere pre-disposti a volere conoscere, volere conoscere altro, l'altro e
quindi, anche se stessi, ma anche qualcos’oltre.”
Il video realizzato da Daniele Gangemi, con la
collaborazione della Duecentouno Production, è stato girato nel centro storico
di Catania, come si può vedere dalle ampie panoramiche riservate al video.
Le tematiche prendono liberamente ispirazione dal
celebre romanzo di Pirandello “Uno,
Nessuno, Centomila” in cui il protagonista scopre, grazie alla moglie, di
avere il naso storto. Non avendo mai notato questo dettaglio, entra in un
vortice di pensieri che lo conducono alla consapevolezza di non essere per gli
altri come egli pensava di essere.
In altri termini il senso del brano, come ha
dichiarato Ruggieri, è che noi “possiamo
conoscere solo ciò a cui riusciamo a dare forma, ma scopriamo anche che una
forma, appena è-siste, cessa di essere vera e diventa una maschera. Ed è
proprio quando vediamo le persone, gli altri, in "forma" credendo di
contemplarne anche l'esistenza, che ci inganniamo. Ed ecco che un uomo può
essere uno, nessuno e centomila e non solo per gli altri, che per conoscerci
devono in-formarci, ossia darci una forma, ma anche per noi stessi che
credevamo di essere “uno solo per tutti”; ed invece, poi, ci accorgiamo che
siamo e possiamo essere centomila. Dov’è dunque la verità?"
“Bianco
Cistite” sembra insomma essere la metafora
musicale delle parole di Baudelaire “Ubriacatevi, non importa di cosa, se di vino, di poesia o di
virtù, ma ubriacatevi sempre!…”
Lavinia Alberti
Regia: Daniele Gangemi
Testo e musica:
Giovanni Ruggieri
Assistente alla regia:
Roberta Finocchiaro
Montaggio: Duecentouno
Production
Preproduzione: Riccardo Samperi, Pierpaolo Latina,
Giovanni Ruggieri
Produzione esecutiva:
Emanuele Diana
Produzione artistica: Riccardo
Samperi
Trucco: Serena Daminelli
Riprese drone: Luca
Barone
Segretaria di edizione: Cristina Cocuzza.
Chitarre: Riccardo Samperi;
Basso: Giovanni Ruggieri; Batteria: Antonio Moscato; Backing vocal: Peppe
Scalia Sinth e Pierpaolo Latina.
Nessun commento:
Posta un commento