Il penultimo appuntamento
della Stagione teatrale del Teatro Biondo di Palermo (Sala Grande), vede in
scena uno spettacolo classico: si tratta della commedia di Shakespeare La Dodicesima notte, la cui regia è
stata curata da Carlo Cecchi, presente in scena nel ruolo di Malvoglio.
E’ una commedia corale,
nello stile tipicamente shakespeariano, dai modelli plautini, fondata sugli
equivoci e sugli scambi di identità e di genere.
La storia è ambientata in
Illiria, luogo in cui il Duca e la Contessa (due esemplari di nevrosi
narcisistica) sono legati a qualcuno: il primo alla Contessa che non ne vuole
sapere di lui; la seconda invece al fratello morto al quale vuole restare
fedele per sette anni. Come in quasi tutte le storie shakespeariane, anche in
questa gioca un ruolo fondamentale il destino; quest’ultimo infatti provocherà
un naufragio dal quale prenderà avvio la trama.
Una delle principali
figure femminili (Viola), sperduta in Illiria dopo aver scampato il peggio, non
si perderà tuttavia d’animo e deciderà di travestirsi da ragazzo per entrare a
servizio del Duca. Quest’ultimo, preso il paggio-ragazza in simpatia, lo farà
diventare suo messaggero d’amore con la Contessa. Per ironia della sorte però
la nobildonna si innamorerà del paggio, coinvolgendo ancora una volta lo
spettatore nell’eterno e seducente gioco del travestimento. A fianco di questa
storia, c’è poi un plot comico parallelo che rende la commedia ancora più
intrigante; anche qui come nella prima storia l’amore regna sovrano.
Il testo del drammaturgo
seicentesco è stato qui esaltato dalla traduzione della poetessa Patrizia
Cavalli e soprattutto dalle inconfondibili musiche di Nicola Piovani, ironiche
e beffarde durante e dopo le scene. Un’opera dunque il cui il valore aggiunto è
rappresentato dalla musica dal vivo (“cibo dell’amore”) e dalla scenografia in
continuo dinamismo (resa con pedane in movimento).
Una regia senz’altro
originale, se non altro per il ruolo assegnato alla musica in scena, capace di
suggerire delle letture interpretative e lasciare interpretare allo spettatore
il risvolto dei fatti. Eccellenti inoltre i costumi di Nanà Cecchi, attraverso
i quali il regista-attore Carlo Cecchi (Malvoglio) ha saputo orchestrare un
grande gioco attoriale, straordinario. Cecchi proprio per la sua
interpretazione può essere senza alcun dubbio definito come il più moderno tra
i grandi registi-interpreti del teatro italiano.
Nessun commento:
Posta un commento