Secondo delle ricerche sarebbe il codice genetico ad influire sui gusti musicali, poi subentrerebbero l'educazione ricevuta e gli influssi sociali
Forse non ci
pensiamo mai più di tanto, ma le preferenze musicali dicono molto sulla nostra
personalità, forse più di altri tratti psicologici (come il modo di scrivere,
di parlare o di camminare).
In
particolare, responsabile di queste
predilezioni sarebbe il nostro codice genetico, per una buona percentuale.
Non sono
opinioni comuni o chiacchiere da bar, perché a dirlo è il King's
College London Department of Twin Research, che
sarebbe arrivato a queste conclusioni dopo aver selezionato un campione
significativo di 4000 gemelli. In particolare gli studiosi americani (la cui
ricerca risale a qualche anno fa) indicano che se ci piace la musica classica,
pop e hip-hop la genetica sarebbe responsabile per il 53%; se invece preferiamo
il genere blues e jazz questo sarebbe responsabile per il 46%; infine nel caso
del rock, indie e heavy metal i geni inciderebbero per il 40%, cui seguirebbero
l’educazione ricevuta e il proprio vissuto personale.
Sembra dunque che i nostri gusti musicali siano per buona parte già
scritti; questo è quanto ha spiegato qualche tempo fa Adrian North, professore di psicologia alla Heriot
Watt University della Scozia.
Lo stesso sostiene che una preferenza musicale sia legata a un determinato
carattere, tale per cui gli amanti della musica classica e del jazz sarebbero
creativi, quelli del pop dei gran lavoratori e i “metallari” dei gran
fantasiosi e in armonia con se stessi.
La musica che ascoltiamo abitualmente sarebbe insomma come le
nostre impronte digitali: un segno indelebile che svela chi siamo.
Secondo uno studio avviato dall’università del Texas invece, gli amanti del
genere pop sarebbero delle
persone romantiche e in cerca di
relax; quelli del rock, della musica country e leggera,
sarebbero invece delle persone
affidabili, loquaci ed estroverse, ma con una tendenza alla
convenzionalità. I più sofisticati e
ricercati stando ai dati, sarebbero infine gli amanti della musica sinfonica e classica,
le cui personalità sarebbero invece creative,
spirituali e al contempo timide e introverse. Sul fronte opposto le
persone più estroverse ed impulsive,
amanti dei ritmi dinamici, avrebbero una propensione per la musica contemporanea, elettronica, rap e latinoamericana.
Altra tesi ormai consolidata sarebbe quella di Irma Järvelä, del Dipartimento di genetica e biologia
molecolare dell’Università di Helsinki.
Nel caso specifico, la
ricercatrice per capire quanto effettivamente incida il codice genetico sulle
preferenze musicali e sulla propensione all’ascolto in generale, avrebbe preso
un campione eterogeneo di 437 individui dagli 8 ai 93 anni; dall’analisi del
DNA sarebbe emerso un forte legame tra il recettore del vasopressore arginina
(legato alle funzioni dell’organismo) e la propensione individuale all’ascolto
della musica.
In attesa di qualche scoperta più recente, di certo possiamo dire che c'è ancora tanta strada e tanta ricerca da fare in questo campo, perché del funzionamento della mente umana (in relazione alle percezioni sonore) sappiamo ancora davvero poco, rispetto al suo enorme potenziale.
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