martedì 13 gennaio 2015

La chitarra di Francesco Buzzurro


Il grande chitarrista di fama mondiale Francesco Buzzurro, in tour per presentare il suo nuovo progetto discografico Il Quinto Elemento, sarà ospite lunedì 16 e martedì 17 febbraio al Teatro Politeama di Palermo per la Stagione concertistica 2015 degli Amici della Musica.
L’intera composizione è formata da quattro suite – Acqua, Aria, Terra e Fuoco – in cui la musica diviene una sorta di Quinto Elemento capace di riunire la bellezza e la potenza devastante della forza della natura. Per il chitarrista-compositore è una sfida senza precedenti, in cui si intrecciano influssi latini e gitani, momenti più introspettivi e pagine di straordinario, folgorante virtuosismo.

L’album comprende 12 composizioni ispirate alla sua terra, la Sicilia, terra di sole e di bellezze naturali mai viste. Il suo stile è senz’ombra di dubbio eclettico, andando dal jazz puro ed elitario allo stile più popolare e di facile orecchiabilità. All’interno di queste quattro sezioni, Buzzurro inserisce tre brani, che sembrano fondersi perfettamente l’uno con l’altro, in totale armonia, e ciò grazie alla musicalità delle note e dell’arrangiamento, che divengono entrambi sublimi, rendendo davvero suggestivo lo spettacolo. Sin dai primi accordi lo spettatore si trova infatti avvolto, ammaliato da questi brani, che lo trasportano così in un’atmosfera davvero ricca di echi e rimandi jazzistici. Non capita spesso di vivere queste sensazioni ad un concerto; solo un grande artista come Buzzurro poteva infatti dar luogo a tutto ciò.
Volendo definire tale artista, egli, o meglio, le sue musiche sono come un’onda: coinvolgono lo spettatore a 360 gradi, facendogli vivere così determinate atmosfere magiche, come solo lui sa fare.
Per il chitarrista, suonare certi brani sulle proprie origini siciliane, rappresenta quasi una necessità; è lui stesso infatti a dirlo:
«Arriva un momento in cui un artista sente fortissima la necessità di puntare con decisione sulla propria musica originale. È senza dubbio una precisa assunzione di responsabilità che sento verso me stesso e verso chi, con costanza e grande affetto, mi segue ormai da anni. Con questi concerti mi auguro di raggiungere lo scopo per me più importante: emozionarmi per emozionare gli altri».
Il talento della chitarra gode di grande apprezzamento da parte di compositori come Ennio Morricone, che recentemente l’ha definito tra i più grandi al mondo perché capace di far fruire a tutti la musica colta; Buzzurro, unisce infatti alla passione per la musica classica una profonda ricerca nell’ambito del jazz, tant’è vero che in passato è entrato anche nell’Orchestra Jazz Siciliana e attualmente condivide il palco con mostri sacri del jazz internazionale, collaborando anche con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e con alcuni tra i più noti esponenti del pop italiano. In passato egli è stato anche autore di colonne sonore per televisione; un esempio è la docu-fiction dei fratelli Muccino Io Ricordo e delle musiche per lo spettacolo teatrale di Gianfranco Jannuzzo Girgenti Amore Mio. Chitarrista di confine e fuori dagli schemi, rappresenta senz’altro un esempio di artista la cui dote è capace di andare oltre la pura e semplice musicalità.
Il mese di febbraio il chitarrista sarà in concerto il 21 presso il Parco Museo Jalari di Barcellona P.G. (Messina) e il 27 presso il teatro Garibaldi di Modica (Ragusa).
Un talento così, al pari di Irio De Paula e Francesco Cafiso, non poteva d’altronde essere definito diversamente dal suo produttore musicale Alfredo Lo Faro, che su di lui ha più volte detto:
“Francesco è stata una scommessa vincente per me. E’ un talento musicale impareggiabile. Ciò che fa lui con la chitarra non lo fa nessuno. Ha fatto benissimo il padre a consigliargli di non abbandonare le proprie radici musicali; il connubio che Francesco riesce a creare tra l’etnico e il jazz è incredibile, originale e geniale. Come produttore e imprenditore ho molte intuizioni, come è stato con Francesco, e come lo è per il progetto che ho realizzato con delle società farmaceutiche. A loro, ho proposto la vendita della musica, della cultura, oltre che dei farmaci. Se tutti comprassero musica e cultura, le malattie diminuirebbero e la depressione tenderebbe a scomparire”.                             
I suoi brani sono ispirati non a caso alla sua Agrigento, la terra del filosofo Empedocle che già si era cimentato con lo studio dei quattro elementi, tentando con le sue argomentazioni di giustificare, attraverso la loro continua aggregazione/disgregazione, la nostra vita stessa e la composizione dell’universo. Francesco Buzzurro ha spiegato più volte nel corso di varie interviste il motivo per cui ha scelto tale tematica:

 La musica è sempre intorno a noi, nell’aria, nelle cose, nel movimento degli esseri viventi, nel battito stesso del nostro cuore e rappresenta quel quinto elemento in più di cui nessuno può fare a meno. Pertanto ho suddiviso i brani in quattro cicli, elaborando tre momenti per ciascun elemento e – quasi del tutto spontaneamente – in ciascuno dei cicli o quasi c’è un brano che rappresenta la forza dirompente e devastante di ogni elemento, un altro che racconta uno stato di quiete riflessiva e talora malinconica, e infine ancora un altro che si manifesta dinamicamente in movimento come una sorta di imprevedibile divenire.
Il suo disco dunque, nato nel profondo del suo cuore, vuol essere non solo la traduzione in emozioni musicali delle impressioni derivanti dalla sua osservazione del mondo e da una personale auto-introspezione, ma vuol essere anche un invito a guardarci intorno con attenzione ritrovando un profondo legame con la natura, con la nostra parte più ancestrale.    
   
                                                                                                                    



                                                                                                           Lavinia Alberti
           

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