Toni Servillo, attore napoletano
già affermato in Italia e all’estero da diversi decenni, in occasione del trentennale
dalla morte del grande Eduardo De Filippo, ha calcato le scene dei principali
teatri italiani e reinterpretato il famoso attore.
Egli può essere definito un
nobile interprete che rende omaggio a un altro grande del passato.
A proposito del talento di De
Filippo, si possono citare diverse opere in cui egli ha mostrato la sua
maestria interpretativa; un esempio è Natale
in casa Cupiello, la commedia forse più nota
di Eduardo, portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli il 25 dicembre 1931, che segna di fatto l'avvio della
felice esperienza della Compagnia del "Teatro Umoristico I De
Filippo", interpretata dai tre fratelli napoletani e da attori, a quei
tempi alle prime armi, che diverranno poi famosi nei decenni successivi: si
pensi ad Agostino Salvietti, Pietro Carloni, Tina Pica, Dolores Palumbo. Una commedia
questa molto gradevole, che facilmente il pubblico può seguire, nonostante le due
ore di performance; alla base di questa facile fruibilità vi è, ovviamente, la
spontaneità di Eduardo, la naturalezza con cui egli interpreta il suo ruolo
(Luca Cupiello), che può essere definita senza ombra di dubbio disarmante.
Altra
commedia interpretata magistralmente dal grande napoletano di metà
Novecento è Non ti pago, (1940) anch’essa un’opera leggera e
divertente, tanto che il pubblico, come nel caso della commedia poc’anzi
citata, non si accorge quasi del tempo che passa; esso scivola via tra una
battuta e l’altra, tale per cui lo spettatore ha l’impressione di ritrovarsi in
un tempo relativamente breve alla conclusione della storia: tutto merito di
Eduardo. Infine, all’appello delle grandi commedie edoardiane, non può di certo
mancare Napoli milionaria! (1945).
Considerata uno dei capisaldi della sua produzione, l’opera narra la dissoluzione morale di una famiglia che nei vicoli
di Napoli, durante la guerra, spinta dalla miseria si "arrangia", pur
contro la volontà del capofamiglia, don Gennaro. Dopo l'arrivo degli Alleati la
ricchezza affluisce nel vicolo, ma i milioni sono poco puliti: essi infatti
vengono dallo sfruttamento, dallo strozzinaggio, dalla miseria altrui e dai
furti di Amedeo, il primogenito. L'improvviso ritorno del capofamiglia, riporterà infine
l'equilibrio e l'onestà nella famiglia. Il lieto fine lancia così allo
spettatore un messaggio di speranza: le amarezze, le miserie della guerra, il vuoto
di valori, la dignità umana calpestata, si dissolvono, lasciando così al
fruitore della commedia un senso di appagamento e identificazione al contempo.
Proprio per rispolverare la sua
memoria e la sua illustre carriera, la nuova collana promossa da Repubblica
propone otto dvd in uscita in edicola a partire dal ventisette dicembre fino al
7 febbraio 2015; con Servillo possiamo dire che siamo di fronte a un nuovo De
Filippo, la cui interpretazione, però, senza nulla togliere a quella fornita
dal grande napoletano dei tardi anni ’40/50, si differenzia per la recitazione
più tecnica e più accademica, ma non per questo meno efficace. La differenza
tra i due si può così riassumere: de Filippo era più spontaneo ed emotivo nelle
sue interpretazioni, Servillo si mostra invece, come accennato in precedenza,
più tecnico.
Con Eduardo lo spettatore si
trova di fronte a un uomo che ha messo insieme una raffinatissima arte
recitativa, mai abbandonando però la dimensione popolare della propria
drammaturgia.
Il pubblico che va a vedere le sue
commedie, nei momenti di silenzio che precedono la sua entrata, aspetta di
vederlo recitare, poi si accorge che ha già cominciato a farlo e, quando
comincia le battute, ha così l’impressione che non stia recitando più. Una
magia che si rivive tuttavia anche con le interpretazioni di Servillo, la cui
recitazione, come accennato poc’anzi, è però meno sentimentale; in molte scene
infatti il pubblico, o almeno quello più attento e spigliato, nota che al nuovo
attore napoletano, pur recitando anch’egli con grande maestria, manca tuttavia
quella dose di sentimentalismo, quella recitazione passionale, che era meglio
resa da Edoardo.Si pensi ad esempio alla celebre scena del
caffè presente in Questi fantasmi,
interpretata da De Filippo con grande ardore: quasi certamente, se Servillo
avesse interpretato questo ruolo, lo avrebbe reso in maniera più “intellettualistica”
e accademica, e dunque meno spontanea.
L’erede del grande attore
napoletano, anche se con delle differenze (di cui si è accennato in precedenza)
è capace, grazie alla sua magistrale interpretazione delle opere edoardiane, di
trasportare il pubblico nella Napoli popolare, nelle vicende quotidiane e nei
luoghi comuni dell’epoca. Servillo, nell’interpretare le commedie edoardiane,
mostra una gran stima nei suoi confronti; le sue parole ne sono infatti una
conferma
«Le sue commedie ci
parlano. Nei due testi messi in scena a distanza di dieci anni, Sabato, domenica e lunedì e Le voci
di dentro, ravviso le due anime di Eduardo, due anime speculari: nella
prima c’è il racconto affascinante di quanto vi può essere di drammatico nella
banalità (l’apparente risentimento di Rosa e Peppino Priore sulla qualità del
ragù), e come in un chiasmo, nella seconda Le
voci di dentro, emerge prepotente il
tema di come nell’ovvio possa nascondersi qualcosa di mostruoso. Due aspetti:
uno declinato nella solarità della domenica, l’altro nel buio di un antro
profondo come la coscienza sporca dell’uomo, illuminato dai fuochi d’artificio
profetici e amarissimi di zi’ Nicola».
Lo spettatore guardando uno
spettacolo di Servillo, rivive così quell’atmosfera, quei sapori e quegli odori
tipici della Napoli di metà Novecento. In Sabato,
domenica e lunedì, ad esempio, nella scena del litigio tra Rosa (Anna
Bonaiuto) e Peppino (Toni Servillo), il napoletano si esercita alla maniera di
Eduardo in scene e controscene, anche se con un pizzico di “rigidità” in più nella
recitazione rispetto al modello.
L’attore, ottenuto il premio
Oscar grazie al film di Paolo Sorrentino La
Grande Bellezza (2013), è stato anche in grado di avvicinare al teatro
anche i meno affezionati: non si spiegherebbe in altra maniera il suo
strepitoso successo teatrale, cinematografico e televisivo. Probabilmente tale
apprezzamento è dovuto al sodalizio Servillo-Sorrentino, titolare anche delle
due regie (teatrale e televisiva) negli otto dvd di cui si diceva. Quello che
Servillo ripropone, è un vasto repertorio che va da Le voci di dentro fino a Sabato,
domenica e lunedì. Nelle sue interpretazioni, non mancano infine autori
come Carlo Goldoni (con la trilogia della villeggiatura) e Pierre de Marivaux.
La grandezza di de Filippo si può
riassumere con una delle sue ultime dichiarazioni dell’84 al teatro greco di
Taormina:
« ... è stata tutta una vita di
sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha
tremato sempre tutte le sere! E l'ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e
continuerà a battere anche quando si sarà fermato».
Lavinia Alberti
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